E’ uno di quei stanchissimi Lunedì mattina, durante i quali ti sorge nella mente, ma soprattutto nel cuore la convinzione che il rapporto con la tua professione sia peggio di quella di un palestinese di fronte ai Protocolli dei savi di Sion.
Passando davanti al consiglio dell’ordine, il mio occhio spento, forse cercando di divagare per specchiarsi nel forte desiderio della mia mente di non fare assolutamente nulla, si incontra con un manifesto che annuncia un convegno a Roma intitolato:
"L'EPIFANIA DELLA DONNA AVVOCATO FRA TRADIZIONE E. INNOVAZIONE COMUNICATIVA".
Di Ugo di Tullio, Università degli studi di Firenze, Presidente mediateca (de che?) regionale
Li per lì l’informazione che il mio stanco occhio ha comunicato al mio logoro cervello non ha per nulla attirato la mia attenzione: del resto se dovessi soffermarmi su tutto ciò che non capisco, sarei meno mobile di una statua di sale, e quindi sul momento non ho riflettuto poi molto profondamente su quella proposizione di cui non capivo assolutamente il significato, anche a causa della frequenza del fenomeno.
E’ dovuto trascorrere un lasso di tempo di almeno qualche ora perchè, ripensando e riflettendo – peraltro senza alcun motivo – sull’episodio, mi accorgessi che in me era sorte uno strano e forse persino bizzarro dubbio: la mia assoluta incomprensione del titolo di quel convegno era causato dalla mia naturale incapacità, o vi era un essenziale contributo del titolo che, oggettivamente, non aveva in realtà davvero alcun significato?
Quando mi vengono certi dubbi, mi rivolgo alla mia vecchia analisi grammaticale e sintattica: roba che ho imparato tra la quarta elementare e la seconda media e che quindi è alla portata anche di una mente debole come la mia.
Dunque esaminiamo il soggetto: “L’epifania”: cos’è l’epifania, oltrechè la festa della befana?
Secondo il Sabatini Colletti l’epifania è definita
“1. Apparizione, rivelazione della divinità
2. La prima manifestazione di Gesù, che avvenne davanti a Magi nella grotta di Gerusalemme
3. lett. Apparizione, manifestazione”.
Dovendo, per rigor di logica, escludere la prima e la seconda accezione, non avendo il tema alcun connotato religioso, si deve dedurne che per epifania debba intendersi un sinonimo di “apparizione” o “manifestazione”.
Invero l’uso del termine in un contesto giuridico non sembra tra i più appropriati: le frasi: “L’apparizione della donna avvocato” o “la manifestazione della donna avvocato” certamente meglio si attagliano ad un contesto mistico che ad uno laico, e sembrano appartenere più che ad una donna, ad una Madonna. Più acconcio al contesto sarebbe forse una traduzione quale “La comparsa della donna avvocato” ma anche questa frase, oltre ad avere assonanze quasi documentaristico – naturalistiche, fa più pensare alla teoria evolutiva di Darwin (tipo “La comparsa dell’homo afarensis in africa occidentale determinò...”) che ad un fenomeno giuridico – sociale.
Ma allora perchè usare il tanto dotto, quanto desueto termine “epifania”?
E quale rapporto c’è, poi, tra questa misteriosa “epifania” della donna avvocato (che per l’autore del titolo è evidentemente uno specifico “genus” con caratteristiche uniche ed a sè stanti) e la tradizione (termine piuttosto generico, ma comprensibile) e poi l’innovazione comunicativa (termine anch’esso piuttosto generico, ma in compenso del tutto incomprensibile nel contesto).
A nome e per conto di tutti i poveri “peones” del diritto (di cui mi onoro, senza alcuna ironia di far parte), di tutti i ragionier Fantozzi e dei Rag. Filini dei circondari dei Tribunali e delle circoscrizioni delle Corti di Appello io dico:
QUEL TITOLO E’ UNA BOIATA PAZZESCA E NON VUOL DIRE ASSOLUTISSIMAMENTE NULLA , NULLA E POI NULLA
se non che l’estensore ha l’ansia di far sapere a tutti, al colto e all’inclita, che lui ha fatto gli studi classici, conosce oltre che le etimologie latine, persino quelle greche e che il suo livello intellettivo culturale è così elevato che a lui si addicono solamente le trattazioni di materie così complesse, profonde e difficili, che alle persone normali non è dato neppure capirne l’argomento.
E così accade che mentre da una parte il legislatore negli ultimi ha varato leggi riforma semplicemente mostruose ed aberranti, che hanno gettato nel caos più totale tutti gli operatori giuridici, camorra e mafia hanno il completo controllo di vasti territori dello stato, la crisi della giustizia civile presenta abissi irraggiungibili, e le istituzioni hanno meno credibilità dell’Istat quando dichiara che l’inflazione è meno del 2,5% all’anno, ma il mondo giuridico sembra non fare una piega e si interroga con seriosissimo sussiego sulla “Epifania della donna avvocato” .
Ed è per questo che in piena scienza e coscienza mi sento di urlare:
LE BRACCIA DI UGO DI TULLIO SONO BRACCIA RUBATE ALL’AGRICOLTURA
Il cervello no, quello, pare, non lo rivendichi nessuno.
Disma Vittorio Cerruti