Probabilmente a Cecco non importerebbe nulla del calcio, se non fosse Genoano: in effetti è improbabile che a lui importi verasmente del calcio come sport, e neppure come fatto di costume.
Per Cecco, come per tantissimi altri Genoani, Il Genoa è una particolare dimensione dell'essere, che ormai con il giuoco (il giuoco ?) del calcio non ha più nulla a che fare.
Semmai ha a che fare con la città, e soprattutto con le tradizioni, gli affetti più cari e soprattutto con le impronte chi non c'è più, ma ti ha irrimediabilmente segnato l'anima e la memoria.
Men che meno gli importerebbe del fuoristrada, se non che l'attività è una sorta di metafora della vita, e, soprattutto, Cecco non avesse dentro ancora quel nocciolo di bambino che ancora oggi - ad un'età in cui sarebbe più onsonol'uso di poltona e pantofole - si diverte come unmatto a sguazzare nel gango avewndo adottato, per giustificare la sua insana passione, il nobile motto latino "per aspera ad astra".